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che vedute ha di lei, son chiari indizi
ch ella è già ne lo speco. Or fa un bel colpo:
chiudi il foro dell antro con quel grave
e soprastante sasso, acciò che quinci 20
sia lor negata di fuggir l uscita.
Poi vanne, e  l sacerdote e suoi ministri
per la strada del colle a pochi nota
conduci, e fàlla prendere, e, secondo
la legge e suoi misfatti, alfin morire. 25
E so ben io che data a Coridone
ha la fè maritale, il qual si tace
perché teme di me, che minacciato
l ho molte volte. Oggi farò ben io
ch egli di due vendicherà l oltraggio. 30
Non vo perder piú tempo. Un sodo tronco
schianterò da quest elce... a punto questo
fia buono..., ond io potrò piú prontamente
smover il sasso. Oh come è grave! Oh come
è ben affisso! Qui bisogna il tronco 35
spinger di forza e penetrar sí dentro,
che questa mole alquanto si divella
I1 consiglio fu buono. Anco si faccia
il medesmo di qua. Come s appoggia
tenacemente! piú dura l impresa 40
di quel che mi pensava. Ancor non posso
svellerlo, né per urto anco piegarlo
Forse il mondo è qui dentro? O pur mi manca
il solito vigor? Stelle perverse,
che machinate? Il moverò malgrado. 45
Maladetta Corisca e, quasi dissi,
quante femmine ha il mondo! O Pan Liceo,
o Pan che tutto se , che tutto puoi,
moviti a prieghi miei:
fosti amante ancor tu di cor protervo. 50
Vendica ne la perfida Corisca
i tuoi scherniti amori.
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Letteratura italiana Einaudi
Giovan Battista Guarini - Il pastor fido
Cosí in virtú del tuo gran nume il movo,
cosí in virtú del tuo gran nume e cade.
La mala volpe è ne la tana chiusa; 55
or le si darà il foco, ov io vorrei
veder quante son femmine malvage
in un incendio solo arse e distrutte.
coro
Come se grande, Amore,
di natura miracolo e del mondo!
Qual cor sí rozzo o qual sí fiera gente
il tuo valor non sente?
Ma qual sí scaltro ingegno e sí profondo 5
il tuo valor intende?
Chi sa gli ardori che  l tuo foco accende,
importuni e lascivi
dirà:  Spirto mortal, tu regni e vivi
ne la corporea salma . 10
Ma chi sa poi come a virtú l amante
si desti e come soglia
farsi al suo foco ogni sfrenata voglia
subito spenta pallido e tremante,
dirà:  Spirto immortale, hai tu ne l`alma 15
il tuo solo e santissimo ricetto .
Raro mostro e mirabile, d umano
e di divino aspetto;
di veder cieco e di saver insano;
di senso e d intelletto, 20
di ragion e desio confuso affetto!
e tale, hai tu l impero
de la terra e del ciel ch a te soggiace.
Ma (dirol con tua pace)
miracolo piú altero 25
ha di te il mondo e piú stupendo assai,
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Letteratura italiana Einaudi
Giovan Battista Guarini - Il pastor fido
però che quanto fai
di maraviglia e di stupor tra noi,
tutto in virtú di bella donna puoi.
O donna, o don del cielo, 30
anzi pur di Colui
che  l tuo leggiadro velo
fe , d ambo creator, piú bel di lui,
qual cosa non hai tu del ciel piú bella?
Ne la tua vasta fronte, 35
mostrüoso ciclope, un occhio ei gira,
non di luce a chi  l mira,
ma d alta cecità cagione e fonte.
Se sospira o favella,
com irato leon rugge e spaventa; 40
e non piú ciel, ma campo
di tempestosa e orrida procella,
col fiero lampeggiar folgori avventa.
Tu, col soave lampo
e con la vista angelica amorosa 45
di duo soli visibili e sereni,
l anima tempestosa
di chi ti mira acqueti e rassereni.
E suono e moto e lume
e valor e bellezza e leggiadria 50
fan sí dolce armonia nel tuo bel viso,
che  l ciel invan presume
(se  l cielo è pur men bel del paradiso)
di pareggiarsi a te, cosa divina.
E ben ha gran ragione 55
quell altero animale
ch  uomo s appella e a cui pur s inchina
ogni cosa mortale,
se, mirando di te l alta cagione,
t inchina e cede; e s ei trionfa e regna, 60
non è perché di scettro o di vittoria
sii tu di lui men degna,
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Letteratura italiana Einaudi
Giovan Battista Guarini - Il pastor fido
ma per maggior tua gloria,
ché quanto il vinto è di piú pregio, tanto
piú glorïoso è di chi vince il vanto. 65
Ma che la tua beltate
vinca con l uomo ancor l umanitate,
oggi ne fa Mirtillo a chi nol crede
maravigliosa fede.
E mancava ben questo al tuo valore, 70
donna, di far senza speranza amore.
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Letteratura italiana Einaudi
Giovan Battista Guarini - Il pastor fido
ATTO QUARTO
scena prima
Corisca.
corisca
Tanto in condur la semplicetta al varco
ebbi pur dianzi il cor fisso e la mente,
che di pensar non mi sovvenne mai
de la mia cara chioma, che rapita
m ha quel brutto villano, e com io possa 5
ricoverarla. Oh quanto mi fu grave
d avermi a riscattar con sí gran prezzo
e con sí caro pegno! Ma fu forza
uscir di man de l indiscreta bestia,
o che, quantunque egli sia piú d un coniglio 10
pusillanimo assai, m avria potuto
far nondimeno mille oltraggi e mille
fiere vergogne. Io l ho schernito sempre,
e fin che sangue ha ne le vene avuto,
come sansuga l ho succhiato. Or duolsi 15
che piú non l ami, e di dolersi avrebbe
giusta cagion, se mai l avessi amato.
Amar cosa inamabile non puossi.
Comerba che fu dianzi, a chi la colse
per uso salutifero, sí cara, 20
poi che  l succo n è tratto, inutil resta
e come cosa fracida s abborre,
cosi costui: poi che spremuto ho quanto
era di buono in lui, che far ne debbo,
se non gettarne il fracidume al ciacco? 25
Or vo veder se Coridone è sceso
ancor ne la spelonca. Oh, che fia questo?
Che novità vegg io? Son desta o sogno?
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Letteratura italiana Einaudi
Giovan Battista Guarini - Il pastor fido
O son ebbra o traveggio? So pur certo
ch era la bocca di quest antro aperta, 30
guari non ha. Com ora è chiusa? E come [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]

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