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Tereza scoppiò a ridere.
Tomáa rise insieme a lei.
Tereza disse: Tomáa, non fare il bambino! Ormai è una storia vecchia. Tu e la tua prima
moglie! Che c entra lui con questa storia? Che ha in comune con essa? Perché dovresti far del male a
qualcuno soltanto perché da giovane hai avuto cattivo gusto? .
Se devo essere sincero, l idea di questo incontro mi dà la tremarella. È soprattutto per questo
che non ho voglia di vederlo. Non so perché sono stato così testardo. Un giorno uno prende una
decisione senza nemmeno sapere come, e questa decisione continua per propria forza d inerzia. Con il
passare degli anni è sempre più difficile cambiarla .
Invitalo! disse lei.
Quel pomeriggio tornando dalla stalla sentì delle voci della strada. Quando si avvicinò vide il
camion di Tomáa. Tomáa era piegato in due e stava smontando una ruota. Alcuni uomini erano lì
attorno, curiosavano, aspettavano che Tomáa finisse la riparazione.
Lei rimase immobile, senza riuscire a staccare lo sguardo: Tomáa aveva l aria di un vecchio. I
capelli gli si erano fatti grigi e la goffaggine dei suoi movimenti non era la goffaggine di un medico
diventato autista ma quella di un uomo che non è più giovane.
Si ricordò di una recente conversazione con il presidente. Lui le aveva detto che il camion di
Tomáa era in uno stato pietoso. L aveva detto in tono di scherzo, non come lagnanza, ma si sentiva che
era preoccupato. Tomáa si intende più di quello che è dentro un corpo umano che non di quello che è
dentro un motore aveva detto ridendo. Poi le aveva confidato di aver già chiesto varie volte alle
autorità che Tomáa potesse tornare a svolgere la sua attività di medico nel loro distretto. Ma aveva
saputo che la polizia non avrebbe mai dato il permesso.
Lei si spogliò dietro il tronco di un albero per non essere vista dagli uomini attorno al camion,
ma non smetteva di guardarlo. Aveva il cuore stretto dai rimorsi: a causa sua lui aveva lasciato Zurigo
ed era tornato a Praga. A causa sua aveva lasciato Praga. E nemmeno allora lei lo aveva lasciato in
pace, anche davanti a Karenin in agonia l aveva tormentato con i suoi sospetti segreti.
Gli aveva sempre rimproverato dentro di sé di non amarla abbastanza. Considerava il proprio
amore come qualcosa che si sottraeva a qualsiasi dubbio, mentre l amore di lui era una mera
condiscendenza.
Adesso vedeva di essere stata ingiusta: se davvero avesse amato Tomáa di un grande amore,
sarebbe dovuta rimanere con lui all estero! Laggiù Tomáa era soddisfatto, gli si apriva davanti una
nuova vita! E invece lei l aveva lasciato, era andata via! È vero che era convinta di farlo per generosità,
per non essergli di peso. Ma quella generosità non era soltanto una scusa? In realtà sapeva che sarebbe
tornato da lei! Lei lo aveva chiamato a sé, l aveva attirato sempre più in basso, come le fate attirano i
contadini nei pantani per farli annegare. Aveva approfittato del momento in cui lui aveva i crampi allo
stomaco per strappargli la promessa di trasferirsi in campagna! Come aveva saputo essere subdola! Lo
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L insostenibile leggerezza dell essere - Milan Kundera
aveva invitato a seguirla, come per mettere continuamente alla prova il suo amore, lo aveva chiamato
finché adesso, eccolo lì: grigio e stanco, con le mani irrigidite che avrebbero mai più potuto tenere il
bisturi.
Erano arrivati a un punto da cui non si poteva proseguire. Dove potevano ancora andare? Non
avrebbero mai avuto il permesso di andare all estero. Non sarebbero più riusciti a trovare la strada di
Praga, nessuno avrebbe dato loro un lavoro. Quanto ad andare in un altro villaggio, a che scopo?
Dio mio, era davvero necessario arrivare fin lì perché lei fosse convinta che lui l amava?
Alla fine Tomáa riuscì a rimontare la ruota sul camion. Si mise al volante, gli uomini saltarono
sul cassone e il motore rumoreggiò.
Lei rientrò in casa e aprì l acqua della vasca. Era distesa nell acqua bollente e si ripeteva che
per tutta la vita aveva approfittato della propria debolezza ai danni di Tomáa. Siamo tutti portati a
vedere nella forza il colpevole e nella debolezza la vittima innocente. Ma ora Tereza si rende conto che
nel loro caso è stato tutto il contrario! Anche i suoi sogni, come se avessero conosciuto la sola
debolezza di quell uomo forte, gli mettevano davanti la sofferenza di Tereza per costringerlo ad
arretrare! La sua debolezza era aggressiva e lo costringeva a una continua capitolazione, fino a che lui
non aveva smesso di essere forte e si era trasformato in un leprotto tra le sue braccia. Pensava
continuamente a quel sogno.
Uscì dalla vasca e andò a cercare il vestito da mettersi. Voleva indossare il vestito più bello per
piacergli, per farlo felice.
Si era appena abbottonata l ultimo bottone, quando Tomáa entrò a precipizio insieme al
presidente della cooperativa e a un giovane agricoltore visibilmente pallido.
Presto! gridava Tomáa Un liquore forte! .
Tereza corse a prendere una bottiglia di slivoviz. Ne versò un bicchierino e il ragazzo lo buttò
giù di un fiato.
Nel frattempo lei riuscì a sapere quello che era successo: durante il lavoro il ragazzo si era
lussato una spalla e urlava dal dolore. Nessuno sapeva che fare e così avevano chiamato Tomáa che con
un solo movimento gliel aveva rimessa a posto nell articolazione.
Il ragazzo mandò giù ancora un bicchierino e disse a Tomáa: Oggi tua moglie è
maledettamente bella .
Sciocco! disse il presidente. La signora Tereza è sempre bella .
Lo so che è sempre bella, disse il ragazzo ma oggi è bella anche com è vestita. Non l ho mai
vista con quest abito. Andate da qualche parte? .
No, non andiamo da nessuna parte. Mi sono vestita così per Tomáa .
Dottore, a te sì che ti va bene! rideva il presidente. Alla mia vecchia non è mai venuto in
mente di vestirsi bene per me .
È per questo che te ne vai a passeggio con un maiale e non con tua moglie disse il ragazzo e
rise a lungo.
Che ne è di Mefisto? chiese Tomáa. Non lo vedo da almeno... rifletté un poco da almeno
un ora! .
Soffre senza di me disse il presidente.
A vederla con quel vestito, mi viene voglia di ballare con lei disse il ragazzo a Tereza.
Dottore, la lasceresti ballare con me? .
Andiamo a ballare tutti disse Tereza.
Ci verresti? chiese il ragazzo a Tomáa.
Ma dov è? chiese Tomáa.
Il ragazzo nominò una cittadina dei dintorni dove c era un albergo con un bar e una pista da
ballo.
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Tu vieni con noi disse il ragazzo con tono imperativo al presidente e, poiché era arrivato al
terzo bicchierino di slivoviz, aggiunse: Se Mefisto soffre, lo porteremo con noi! Così con lui i maiali
saranno due. Le donne cadranno tutte a gambe all aria quando vedranno due maiali! e rise di nuovo a
lungo.
Se non vi vergognate di Mefisto, allora vengo con voi disse il presidente e salirono tutti sul
camion di Tomáa.
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