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Peregrinando ancor sen vanno i pesci,
e dalla patria in voluntario essiglio 515
son relegati in parte ignota e strana.
E si partono insieme accolti a stuolo,
e  n guisa di guerrier, ch al dato segno
laiscian le propie tende e  l primo campo,
seguendo il suon de la canora tromba, 520
allor che  l tempo destinato appressa,
desti da la possente antica legge
de la natura, e frettolosi e pronti
verso il settentrion han volto il corso.
E gli vedresti, di torrente in guisa, 525
correr da la Propontide congiunti
nel mar Eussino. Or chi gli move e regge?
qual imperio di regi? o qual d araldo
al suon di trombe publicato editto
il già prefisso tempo a lor dimostra? 530
Chi guida i peregrini? Or non conosci
l ordine eterno, che penetra e passa
per le minute parti, e il tutto adempie?
Non fa contesa a la divina legge
ubediente  l pesce, e lei contrasta 535
l uomo, indarno ritroso e ribellante.
Perché sia muto, non avere a scherno
il privo di ragion, ché via più folle
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Letteratura italiana Einaudi
Torquato Tasso - Il mondo creato
se tu, mentre ripugni a l alto impero
del Re celeste. Odi la voce, ascolta 540
del muto pesce le parole e i detti.
Perché ci parla quasi il moto e l opre,
onde a peregrinar t invita e desta,
ed a lasciar torbido flutto amaro,
cercando in altra parte acque più dolci 545
ne regni d Aquilone, ove riscalda
men co suoi raggi il sol, e meno attragge
de le sue parti più leggiere in alto.
Né l avaro desio di merci e d auro
lor move a trapassar i mari e i fiumi, 550
come gli uomini suol, ma sol d immista
e legittima prole amore e zelo.
Ma ricerchiam perch i giganti altieri
più la natura non produce, e figlia
la terra pregna de l orribil parto. 555
Ma d elefanti ancora e di balene
non si ripente. E se fatture ed opre
son pur de la divina eterna destra,
son buone, e buone fur da lei prodotte;
che le produsse grandi, a monti alpestri 560
ed a l isole eguali; e  l nostro orgoglio
volle abbassare, e darne alto spavento
con quel sì monstruoso e fiero aspetto,
e con la smisurata orribil mole.
Però che Dio quando creò primiero 565
tanti animali, e sì distinti e vari
e d opere e di moto e di sembianti,
altri a servirne gli produsse in terra
per uso umano e ubedienti al nostro
placido impero, e talor grave ed aspro. 570
Per sua grandezza e per sua gloria ancora
alcuni altri produsse, e  n lor dimostra
quella, che fa gran cose, arte divina,
e divina virtù, che presso e lunge
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più e men chiaramente altrui risplende. 575
Ma de gl industri Greci il folle ingegno
le maraviglie del Signore eterno
rivolse in gioco, ed adombrarle in parte
volle con varie sue menzogne adorne;
mentre descrisse oltre le mete e i segni 580
d Alcide invitto i favolosi regni
di que felici, e le già illustri e conte
Isole Fortunate, e  l lungo corso
di temeraria nave, e ci dipinse
lo smisurato pesce, e  l vasto grembo, 585
che popoli diversi in sé rinchiude:
tal che  l profondo e tenebroso ventre
a le genti nemiche, a l arme infeste
è di battaglia un periglioso campo.
Ma le navi da pesci in mar sommerse, 590
anzi da un pesce solo il fero assalto
fatto a mille superbe armate navi,
favola non fu già, né scherzo o gioco.
Né favola è quel Giona in mar sommerso,
ed inghiottito dal vorace mostro. 595
Ma de l alto Signor l alta possanza
ne le picciole cose altrui si scopre,
non sol ne le più grandi. Ecco trascorre
a vele piene e sparse il mar sonante
con destro vento corredata nave; 600
e pesce minutissimo repente
tarda e ritiene il suo veloce corso,
come s ella radici in mar profondo
avesse fatte; e quinci al pesce il nome
dal ritardar fu dato. E gran temenza 605
non solo danno altrui balene ed orche,
o la sega marina acuta i denti,
o  l cane o quella pur che spada assembra.
Ma tal pesce è nel mar, ch alfine estinto
è spaventoso ancora, e  n guisa punge 610
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che presta apporta inevitabil morte,
e la picciola ancor marina lepre
repente ancide. E pur s agguagli il danno
in paragon col pro, l utile avanza,
e ci giova de pesci ancor l essempio. 615
Ma se te stesso ben misuri e stimi,
uom, tu sei pesce, e questa vita è il mare,
ed a la rete che si lancia in alto,
e tanti vari pesci in sé raccoglie,
è somigliante il gran regno del cielo, 620
che ne suoi lacci ne raguna e stringe,
e poi gli eletti ne suoi vasi accoglie,
gli altri fuor gitta, e gli distingue e parte.
Così avverrà nel consumar del mondo
che gli angeli usciran santi ministri 625
del giudicio divino, e fian divisi
i rei da i giusti; e quei dannati al foco,
questi a la gloria destinati in cielo.
Vi son dunque de pesci e buoni e rei;
e  l buon la rete non involve e lega, 630
ma  l leva in alto, e l amo non l ancide,
ma d innocente il bagna e puro sangue
di piaga preziosa. Uom, tu sei pesce,
tu sei quel pesce, a cui l aperta bocca
dimostrò la statera entro nascosa. 635
E  l libero, voler, che  n te riserbi,
son le bilancie tue distorte, o pari.
Uom, tu sei pesce; e  l pescatore è Pietro,
o chi di Pietro ha qui sembianza e vece.
Questo mare è il Vangelo, in cui si fonda 640
la Chiesa, ch è di Dio sacrato albergo.
Non temer, o buon pesce, o rete od amo,
che non ancide altrui, ma sol consacra.
Se pesce sei, fuor de le torbide onde
sorgi sublime, e  l tempestoso flutto 645
non ti sommerga, e s è tempesta in alto,
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nuota sicuro o ti ricovra al fondo.
E s è tranquillo il mar, fra l onde scherza,
e s è procella pur sonora e turbo,
guarda che  l nembo impetuoso e denso 650
non ti percuota fra gli scogli al lito.
Ma sorgi omai, sorgi dal mar profondo,
e  l nostro ragionar da l onde emerga.
Miriamo in alto, alziamo al cielo i lumi,
veggiam mirabilmente il lido adorno; 655
il sal tratto da l onde in bianco marmo
quasi indurarsi, e qual purpurea pietra
rosseggiar sotto il cielo il bel corallo
che d entro al mar fu molle e tenera erba,
e tra le conche biancheggiar lucente 660
la dura perla, e tra l inculte arene
fiammeggiar l oro, e quasi care gemme
di più colori le dipinte pietre.
Nutrito ancor ne l acque è l aureo vello.
Ed ha l onda i suoi fior, che sparge e porta 665
sovra le sponde; e quivi il lucido ostro
anco risplende. E ciò che i duci invitti
in lieta pompa trionfale adorna,
ciò che s adora ne possenti regi,
o ne purpurei padri oggi s onora, 670 [ Pobierz całość w formacie PDF ]

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